sabato 29 giugno 2013

IL DELIRIO DI PALLOTTA !

ILTEMPO.IT - Ecco la versione integrale dell’intevista rilasciata dal numero uno giallorosso James Pallotta qualche giorno addietro. Il presidente della Roma entra nel dettaglio sul futuro, promette un colpo di mercato e congeda definitivamete la gestione Baldini. Parte dal nuovo arrivato Garcia. «Sono presidente solo dall'agosto scorso ed è la prima volta che scelgo un'allenatore per la Roma. Non ero coinvolto con la scelta di Luis Enrique, Zeman. Garcia? L’ho incontrato Rudi proprio qui a New York e subito mi ha dato un'ottima impressione. Spero di poter costruire un rapporto che duri almeno un decennio con Rudi: mi ha colpito subito. E' un tipo molto silenzioso e incredilmente carismatico, mi ha ricordato subito altri allenatori importanti. Credo che ai giocatori piacerà molto, perché credo sia un tecnico che si concentrerà molto su di loro. Lavora bene con i giovani, capisce che molti di loro hanno 18-19 anni ed è la prima volta in una grande città come Roma, in Italia o semplicemente lontani da casa dunque dovrà anche svolgere un lavoro da mentore».
Il bilancio della stagione appena conclusa non può essere che disastroso e per una volta il numero uno della Roma non fa prigionieri ma pensa già al futuro. «Quando la gente inizierà a conoscermi scoprirà che io sono l'uomo più competitivo che esiste al mondo. Non prendo le sconfitte in maniera leggera e di tutto sono molto critico nei miei confronti. Lo scorso campionato ci sono stati molti segnali positivi, abbiamo molti giocatori forti. Abbiamo battuto tutte le squadre di vertice ma purtroppo abbiamo giocato male contro squadre di medio-bassa classifica, questo ci ha fatto perdere un posto in Champions League. Credo che questo sia stato un problema di leadership, sta gia' cambiando, e speriamo di risolverlo con l'arrivo di Rudi».
Recrimina. «Se avessimo battuto la Lazio in finale di Coppa Italia, in questo momento tutti saremo piu' che felici, ma quando abbiamo perso 1-0 tutto ad un tratto sembrava come se il mondo fosse finito per sempre. Per un gol, tutto questo solo per un gol o una partita... mi ha lasciato senza parole». Una Roma per un altro anno senza Europa non lo fa stare sereno. «La sconfitta mi ha fatto realizzare che andavano fatti dei cambiamenti il prima possibile per poter tornare ad essere una squadra da scudetto nei prossimi anni».

Il futuro non può non passare per il mercato. «Siamo nel mezzo delle trattative. Walter e Rudi sono venuti da me ed abbiamo parlato a lungo di calciomercato. Abbiamo una lista di giocatori che sappiamo di voler vendere ed altri che sappiamo che saranno un'aiuto alla Roma. Non posso entrare nei dettagli. L'ultima volta che abbiamo pubblicamente menzionato un giocatore, tutti hanno interpretato come se fosse gia' stato venduto. Ma credo che avremo una buona sorpresa con un giocatore, siamo in trattativa adesso... però non posso fare nomi».
Su De Rossi: «Daniele e' eccezionale. Adoro quando gioca, sta sicuramente giocando bene con la nazionale. Non posso dirti se rimane o meno, preferirei averlo in squadra: ha avuto molti piccoli infortuni che hanno influito sul suo campionato. Lui stesso direbbe che non ha avuto la miglior annata, che non ha giocato come gli piace giocare. E credo che questo abbia a che fare soprattutto con un problema di leadership nella squadra. Credo che Daniele sia stato infortunato molto di piu' di quanto il pubblico si renda conto: vedremo. Tutti i giocatori sono sempre sul mercato, lo stesso vale per i miei Celtics». Torna sul colpo a sorpresa. «Abbiamo tanti giovani calciatori e ci vorrà tempo. Ci stiamo lavorando e ci saranno delle novita'. Presto ma non posso fare nomi».

Capitolo Totti. «Sara' per sempre parte della Roma, vogliamo che rimanga alla AS Roma in qualche tipo di ruolo. Giochera' sicuramente almeno un'altro anno, forse due: questa e' una cosa di cui stiamo parlando adesso con lui. La cosa interessante, e' che Totti e' un "mostro", per quanto riguarda la sua eta', per le sue abilita' ed il modo in cui riesce ancora a giocare».
Giocatore che non fatica ad accostare a Kevin Garnette dei Celtics. «Quando gli diciamo di fare una pausa negli allenamenti, invece di fermarsi inizia a fare sprint. Totti giochera' fino a 40 anni? Questo non lo so, non ho idea se lui ha intenzione di giocare fino a 40 anni : sicuramente vuol giocare un'altro anno o due, ma non ha mai accennato di voler giocare fino a 40 anni. Poi inizieranno a chiedermi se giochera' fino a 50 anni (ride...)».

Sulle indagini della Guardia di Finanza. «Ho solo letto il titolo del giornale, non conosco ancora i dettagli. L'unica cosa che so per certo, da quello che ho sentito dal mio staff e' che noi non abbiamo niente a che fare con questa vicenda... a parte questo non ho altro da aggiungere a proposito».
Chiusura sulla Sensi
. «Non ho capito perche' lei abbia pensato che io abbia fatto commenti negativi su lei o suo padre, o sulla sua famiglia. Io ho commentato il branding o social medial: non c'entrano con il passato. I tempi cambiano, la tecnologia ha fatto passi enormi, l'uso della tecnologia e social media: e' il nostro approccio alla tecnologia e social media, ma non c'entrava niente con la sua famiglia. Erano amati e hanno gestito la squadra benissimo, ho solo "love" nei confronti della sua famiglia».

venerdì 28 giugno 2013

AS ROMA : MOVIMENTI !

Non sono i nomi che sognavano i tifosi ad un mese dalla sconfitta del derby, tuttavia qualcosa si muove..
In queste ore Roma e Genoa stanno perfezionando lo scambio Borriello e Gilardino, uno scambio alla pari che dovrebbe accontentare entrambi i club.
Questo è il riassunto della frenetica giornata giallorossa...


RAFAEL : La società azzurra ha fatto passi avanti col giocatore, ormai praticamente convinto di andare e giocarsi il posto inizialmente con De Sanctis. La Roma al momento è in ritardo, il Napoli invece adesso sta spingendo sperando di chiudere nelle prossime ore o comunque nei prossimi giorni. E poi si troverà anche l’accordo col Santos, ma col club brasiliano non ci sono problemi. Rafael si avvicina al Napoli.

Ore 15:56 – La Roma punta su un paio di elementi del Palermo. Lo conferma il DG dei rosanero Giorgio Perinetti
Ore 11:00 – Sabatini segue un giovanissimo calciatore del Lecce: Francesco di Mariano, centrocampista offensivo classe 1996.
Ore 10:20 – Dall’Inghilterra si parla di un interesse del Manchester City per Pablo Osvaldo. 

Ore 9:20 - Rafael torna ad essere un obiettivo concreto per la porta giallorossa.

Ore 8:50 – Pablo Osvaldo potrebbe accettare la destinazione Southampton. Alla Roma 20 milioni 
Ore 8:10 – La Sampdoria avrebbe chiesto informazioni su Torosidis.
Ore 8:00 – Ieri cena tra Sabatini e Preziosi, sul menù il possibile scambio tra Gilardino e Borriello

Ore 7:30 – Per la porta si parla di un sondaggio per Mariano Andujar, estremo difensore del Catania.  FONTE- FORZAROMA.INFO

giovedì 27 giugno 2013

AS ROMA : UN SOLO ACQUISTO...

El cote Anjel!, tornato alla base dopo un anno da dimenticare.
La sensazione forte ,che abbiamo in questo momento, vede la Roma al palo per motivi economici.
Quindi :cedere per poter acquistare!


Intanto, il presidente della Roma James Pallotta ha parlato ai microfoni di RaiSport1 in una intervista mandata in onda all’interno del notiziario sportivo. Ecco le sue parole:
Riguardo lo scandalo dell’evasione fiscale in Serie A.
L’unica cosa che so per certa da quello che mi ha assicurato il mio staff, è che noi non abbiamo niente a che fare con questa vicenda.


Su Garcia
L’ho incontrato qui a New York e dopo un’ora ho capito che era l’allenatore giusto, che sarebbe rimasto a lungo.



Sulla cessione di De Rossi.
Vedremo. Tutti i giocatori sono sempre sul mercato. Vale lo stesso con i miei Celtics.


Su Totti.
Farà sempre parte della Roma. Vogliamo che rimanga comunque alla Roma, giocherà sicuramente un altro anno o due. E’ una cosa che dobbiamo capire con lui direttamente. Non so se ha intenzione di giocare fino a quaranta anni. Poi comincerete a chiedermi se giocherà fino ai cinquanta.


Le parole di Michael Bradley
Sono molto emozionato, tutta la città lo stava aspettando non vedo l’ora di iniziare a lavorare con lui.

martedì 25 giugno 2013

LA MEMORIA DELLA SENSI....

Premetto che non ho apprezzato le parole del presidente Pallotta. Ciò nonostante, avrei gradito il silenzio della Dottoressa Sensi circa il pensiero dell'attuale numero uno giallorosso.
La dottoressa Sensi commette un errore(consapevolmente?)clamoroso..paragonando 18 anni di gestione Sensi con i due (disastrosi) a stelle a strisce.
Ritengo che sia poco onesto, intellettualmente parlando, visto che il primo trionfo familiare giunse all'ottavo tentativo.

CSS - L'ex presidente della As Roma Rosella Sensi è intervenuta all'interno della trasmissione radiofonica "Te la do io Tokyo". Queste le sue parole: “Vorrei salutare il presidente e conoscerlo per raccontargli 18 anni di Roma. Ai nostri tempi non c’erano ancora i Social Network, ma a lui posso dire che mio padre Franco ha messo in pedi la piattaforma Stream. Noi ci siamo più dedicati alla parte tecnica ed i risultati si sono in gran parte visti. Auguro a Pallotta di riportare la Roma a qui livelli di risultato e di appartenenza, e questo lo dico come semplice tifosa della Roma”
“La curva? Non è quella che conoscevo io. Il presidente della Roma deve essere in grado di subire a volte, anche gli insulti. Deve fare da ombrello alla squadra, recepire le sensazioni dei tifosi sparsi per il mondo. Vedere quella curva mi lì viene tristezza, la preferivo quando mi insultavano. Non sto incitando all’insulto, però una curva che esulta e che si arrabbia fa parte del tifo romanista”

“Mai schiavi del risultato? Mio padre era schiavo del risultato, quando si perdeva, la sera non si cenava. Quando si è tifosi si è un po’ dipendenti dal risultato. Che si parli di Franco Sensi che non ha fatto nulla e non aveva rapporto con i tifosi mi dispiace perchè lui era lì, in mezzo ai tifosi ed era un grande tifoso. Perchè si dicono queste cose? Non giovano al presidente Pallotta”.

lunedì 24 giugno 2013

IL PALLOTTA FRUSTRATO..

FINANCIAL TIMES - Mentre i tifosi giallorossi stanno ancora digerendo la sconfitta contro la Lazio, vincitori della sesta Coppa Italia con un piede nella Europa League, c'è chi sta studiando per la AS Roma un futuro redditizio e dal respiro europeo. L'architetto di tale impresa è James Pallotta, determinato a portare nel club calcistico di cui è presidente una gestione e una strategia del marchio tipicamente americana. D'altra parte Pallotta non è che un hedge fund manager che da Boston, dove il suo Raptor Group controlla la maggioranza della squadra, guarda alla Capitale come punto di partenza di un futuro di successi.
La sfida non è affatto facile innanzi tutto perché la Serie A è una delle top league europee meno redditizia. Ci sono poi state le difficoltà a trovare un allenatore (in panchina siede ora il francese Rudi Garcia) a cui si aggiunge l'imminente ritirata, dopo 20 anni di carriera, del "capitano simbolico e capace di mettere a segno un numero record di goal" Francesco Totti, 36 anni. Il quotidiano finanziario inglese non manca di ricordare la piaga razzista e di violenza nata da un "piccolo numero degli irriducibili fan ultrà".
"E' stato un anno frustrante. Sono decisamente insoddisfatto", ha dichiarato Pallotta dopo che la Roma è arrivata al sesto posto nella Serie A, un gradino meglio della stagione precedente. "Abbiamo sconfitto tutti i migliori team: la Juventus, abbiamo distrutto il Milan, la Fiorentina e battuto tre volte l'Inter. Ma è assurdo il modo in cui abbiamo giocato contro le squadre dalla metà in giù. Abbiamo molti nuovi giocatori. Ci vorrà tempo".
Cruciale per le ambizioni finanziarie della Roma sarà il ricalcare l'esempio della Juventus: la costruzione di un nuovo stadio di proprietà, non condiviso con club locali e non osseduto dalle relative municipalità. Il club giallorosso ha individuato la location alle porte della Capitale e conta di depositare il progetto il prossimo mese. Obiettivo: arrivare alla stagione 2016/17 pronti per il debutto sul nuovo campo da gioco. Pensato per ospitare 50.000-60.000 tifosi, il design si ispira al Colosseo. E' questo un esempio di come Pallotta intenda sfruttare il concetto di italianità applicato al calcio. Il target? I milioni di turisti che arrivano a Roma.
"Stiamo facendo di Roma un brand. Le squadre di calcio in Italia sono scambiate sulla base di ricavi e un certo ammontare di ego. Noi non lo abbiamo fato per l'ego", ha continuato Pallotta, spiegando che se il Manchester United vale circa 3,9 miliardi di dollari e la Roma è valutata meno di 200 milioni di dollari, allora "ci sono tante opportunità per colmare quel divario".
"La mia ipotesi è che ci sia un sacco di gente dalle tasche profonde cui piacerebbe avere la Roma", ha affermato il presidente giallorosso aprendo ad un possibile aumento di capitale. Si cercano, infatti, almeno 75 milioni di dollari, ha spiegato Pallotta. Morgan Stanley è l'advisor dell'operazione.
"Le squadre di calcio dovrebbero essere gestite come un business, non come un hobby", ha concluso Pallotta, fornendo dettagli sulle prossime iniziative di marketing. "Stiamo cercando di portare molta professionalità al club usando le migliori esperienze dei team sportivi americani, che su questo fronte battono tutti. Prima del nostro arrivo non c'era social media. Zero. Il precedente padrone [la famiglia Sensi, che nel 2011 ha ceduto il club in perdita a un consorzio americano guidato da Thomas DiBenedetto lasciando Unicredit - la banca esposta ai debiti dei Sensi - con una quota di minoranza che spera di ridurre e un flottante (meno del 15%) quotato a Milano] non ha fatto nulla, figuriamoci Facebook o Twitter. Non c'era alcun sistema di gestione dei fan", ha continuato, lasciando intendere che la Roma punta a costruire un database dei suoi tifosi, capaci di accedere allo stadio senza un biglietto in mano (basta l'uso del telefonino) e con la possibilità di ordinare snack senza nemmeno lasciare la loro poltrona.

Il club, che ha firmato accordi di partnership con Nike e Disney, sta seguendo l'esperienza dei Boston Celtics: gli spettatori utilizzano i cellulari per accedere allo stadio, il

"Le persone ordineranno molto di più se non devono lasciare il loro posto. Speriamo nel nuovo stadio di usare questo tipo di tecnologie". Tecnologia significa anche più controlli di sicurezza. Si andrà a caccia dei fan razzisti attraverso il riconoscimento facciale. D'altra parte il razzismo è già costato alla squadra 50.000 euro.
Secondo la recensione annuale Deloitte, la Roma è scesa quattro posti, in 19 ° posizione tra i top club europei nel 2011/12, con i ricavi totali in calo del 19% a € 115,9 milioni, in gran parte a causa della sua mancata qualificazione per la UEFA Champions League. Entrate commerciali che, comunque, sono cresciute del 6% a € 36,8 milioni.
"Mentre le prospettive future a lungo termine della Roma sembrano migliorare con i piani annunciati per un nuovo sviluppo dello stadio, nel breve periodo, un miglioramento sul campo, che si traduce con la qualificazione in Champions League, è fondamentale al fine di aumentare i ricavi complessivi", ha detto Deloitte.

sabato 22 giugno 2013

AS ROMA : CALMA APPARENTE..

Secondo gli addetti ai lavori la roma, già da Maggio, è molto attiva nel mercato.
Ad oggi, tuttavia, nessuna operazione in entrata è stata conclusa...e non può essere una cosa positiva per una squadra giunta (malinconicamente) al sesto posto.
Vediamo di riassumere la situazione e lo stato delle varie trattative....

IL ROMANISTA (P. A. COLETTI) - «Ci sono numerosi giocatori al Lille e in Francia che potrebbero interessarmi». Rudi Garcia, nella conferenza stampa d’addio a Lille di ieri, ha aperto le porte del mercato francese alla Roma. Giovani, forti e francesi questo l’identikit dei nomi che il nuovo tecnico giallorosso avrebbe indicato a Walter Sabatini per migliorare la rosa giallorossa. In cima alla lista c’è sicuramente Lucas Digne, astro nascente del calcio transalpino. Il terizno sinistro a soli 19 anni è già diventato un pezzo pregiato del mercato. Con Garcia in panchina al Lille nell’ultima stagione ha giocato 44 partite segnando tre gol e da oggi sarà protagonista della Francia, insieme a Pogba, nel Mondiale Under 20 in Turchia. Il prezzo è molto elevato, oscilla tra i 12 e i 15 milioni, e su di lui è in vantaggio il Paris Saint Germain, che dopo aver ufficializzato Blanc come nuovo allenatore punterà molto sul mercato francese per rinforzare la squadra.
Ha un prezzo leggermente più basso e maggiori possibilità di arrivare a Trigoria, Dimitri Payet. Trequartista, 26 anni, miglior assistman della Ligue 1 (13). Anche lui come Digne era un punto fermo del Lille di Rudi Garcia che lo schierava da esterno alto a sinistra. In quel ruolo Payet quest’anno, oltre agli assist, ha segnato ben 12 gol in 38 partite di campionato. Non si porta via da Lille per meno di 12 milioni ma per caratteristiche è un giocatore perfetto per il gioco di Garcia. Piccolo, brevilineo, elegante, con un gran sinistro, abilissimo a sfruttare il gioco di sponda del centravanti. È già nel giro della nazionale francese e sarebbe l’esterno offensivo che manca ai giallorossi. Sempre del Lille è Marko Basa. Non è giovane, ha 30 anni, ma in Francia è considerato il fedelissimo di Rudi Garcia. Il difensore della nazionale Montenegrina faceva il titolare nel 2008 nel Le Mans allenato da Garcia. Una volta che il nuovo tecnicogiallorosso si è seduto sulla panchina del Lille lo ha voluto con sè prelevandolo dal Lokomotiv Mosca. Alto 1 metro e 90, prestante fisicamente, forte di testa è il classico difensore che Garcia vuole abbinare all’altro centrale dai piedi buoni. Il prezzo del cartellino si aggira attorno ai 4 milioni di euro ma l’età potrebbe rappresentare un ostacolo.
Un giovane che il tecnico francese ha allenato a Lille e che porterebbe volentieri a Roma è Idrissa Gueye. Senegalese, centrocampista centrale classe ’89, si può portare via da Lille con 3 milioni di euro. Garcia ieri ha espressamente detto che i giocatori che potrebbe portare a Roma non giocano solo a Lille ma in tutto il campionato francese. Il talento più puro esploso quest’anno in Ligue 1 è una vecchia conoscenza del calcio italiano: Pierre-Emerick Aubameyang. L’attaccante classe ’89, tre giorni fa ha compiuto 24 anni, nell’ultima stagione al Saint Ètienne in 40 partite tra campionato e coppa di Francia ha segnato 21 gol e sfornato 10 assist. Garcia lo ha allenato a Lille nel 2009- 10, ma all’epoca il talento dell’attaccante era troppo acerbo (era solo al suo secondo anno da professionista). Cresciuto nel settore giovanile del Milan ha girovagato la Francia prima di essere riscattato dal Saint Etienne per poco meno di 2 milioni di euro. Oggi per prenderlo ce ne vogliono minimo 15. Richiestissimo in Germania, ma è stato l’Anzhi a farsi sotto per primo con una ricca offerta. Respinta al mittente dal giocatore che da più importanza alla crescita professionale rispetto a un contratto faraonico.
Dal Saint Ètienne la Roma potrebbe prelevare anche Stéphane Ruffier, portiere classe ’86 di grande esperienza. Nel giro della nazionale francese, Ruffiet è il classico portiere che piace a Garcia: imponente fisicamente, reattivo tra i pali, esplosivo, coraggioso nelle uscite. Con 5 milioni la Roma se lo porta a casa. Giovane, francese e forte è anche Sébastien Corchia. Con lui la Roma potrebbe sistemare la fascia destra. Il terzino destro del Sochaux a soli 22 anni vanta già più di 100 presenze in Ligue 1. Già all’età di 18 anni giocava titolare nel Le Mans. È il classico terzino che Rudi Garcia predilige: ottima tecnica individuale, grande corsa, spinge molto, piedi da centrocampista. È un punto fermo dell’Under 21 francese e a breve farà parte della nazionale maggiore. Proprio in vista del Mondiale in Brasile Corchia vorrebbe giocare in un club che possa offrigrli maggiore visibilità e il Sochaux di fornte a un’offerta da 4 milioni di euro non opporrebbe resistenza. Sempre dalla Francia, ma a costo zero, potrebbe arrivare Renato Civelli. Il difensore argentino, ma con passaporto italiano, si è svincolato dal Nizza e potrebbe essere un buon affare per la nuova Roma. Classe ’83, alto 1 metro e 95, nell’ultima stagione ha giocato 33 partite in Ligue 1.


 il Corinthians ha confermato di aver raggiunto un accordo di massima per la vendita del centrocampista brasiliano Paulinho al Tottenham. Il club brasiliano ha accettato un'offerta di 17 milioni di sterline (20 milioni di euro)per il 24enne giocatore, secondo quanto riferisce Uol.
"La situazione e' ben avviata", ha spiegato il direttore sportivo del Corinthians ed ex centrocampista dell'Arsenal Edu. "Siamo d'accordo su alcuni dettagli del trasferimento, quindi non possiamo ancora dire che lascera' il club, ma le trattative sono buone". Paulinho e' stato un giocatore chiave del Corinthians che ha vinto la Coppa Libertadores, la Fifa Club World Cup lo scorso anno. Negli ultimi sei mesi e' stato un punto fermo del Brasile di Luiz Felipe Scolari, giocando sia come centrocampista difensivo che offensivo. Il giocatore e' stato seguito a lungo anche dall'Inter e dalla Roma.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - Quindici milioni. Oppure dodici milioni più Verre. Ok, quello è il prezzo giusto per Radja Nainggolan. Ma è anche il prezzo che Roma e Inter non hanno ancora offerto al Cagliari (delle proposte sono arrivate comunque anche dall’estero). Cellino non ha fretta, Roma e Inter invece sì. Al club sardo è stato fatto sapere, vuoi direttamente vuoi indirettamente, che è ferma intenzione di entrambe le società quella di far sì che Nainggolan vesta la maglia giallorossa, oppure quella nerazzurra, già il primo giorno dei rispettivi ritiri.
A Cagliari danno la Roma leggermente avanti. E sono convinti che la prossima settimana Sabatini imprimerà una notevole accelerata alla trattativa. Facciamo il punto. Finora, sia Roma sia Inter hanno offerto tra i 4 e i 6 milioni più due o addirittura tre giocatori come contropartite tecniche. Non ci siamo, dicono a Cagliari. Cellino non intende scendere sotto ai 12 milioni, come conguaglio. Quanto ai calciatori, dell’Inter piace parecchio Bardi, che con l’Under 21 di Mangia si è messo decisamente in mostra durante i recentissimi Europei in Israele. Il suo arrivo, o meglio la richiesta di inserirlo come contropartita, è però condizionato dalla (eventuale) partenza di Agazzi.
Della Roma, il Cagliari stravedeva per Viviani, ceduto però in prestito al Pescara con diritto di riscatto per la comproprietà a favore del club abruzzese e di controriscatto per la Roma. Cellino vorrebbe allora inserire nell’operazione Valerio Verre, la cui prima metà è stata riscattata dal Genoa (l’altra è del Siena). La Roma vorrebbe offrire anche Romagnoli, nel tentativo di alleggerire la parte economica. Il Cagliari però non ne ha bisogno: ha già Rossettini, Ariaudo e ha preso da poco il greco Ikonomou. Ma soprattutto ha ancora Astori. Il centrale è inseguito in particolare dal Milan, ma Cellino lo ha dichiarato incedibile per lo stesso motivo per cui - sono sempre parole del presidente rossoblù - è formalmente incedibile anche Nainggolan. Il giochino è semplice, è logico, il Cagliari punta ad alzare l’asticella e a monetizzare un paio di cessioni grazie alle quali fare il mercato in entrata. Ma perché la Roma è più avanti dell’Inter, per il mediano belga di origini indonesiane? Beh, specialmente per motivi, diciamo così, di ordine politico. Cellino è un alfiere dell’amicizia tra Cagliari e Roma, messa a rischio - secondo lui - dalle scelte sconsiderate - sempre secondo lui - dell’ex dg giallorosso Franco Baldini. Vendere adesso Nainggolan alla Roma potrebbe rappresentare un segnale opposto. Di rinnovati rapporti felici.
E poi c’è il particolare, che poi tanto particolare non è, dei desiderata sardi, delle contropartite che Cellino vorrebbe. Perché se Bardi dipende comunque dalla cessione di Agazzi, la metà di Verre non dipenderebbe da nulla: la Roma è d’accordo. Il punto è che non basta. Sabatini deve aumentare l’offerta, portandola attorno a quella soglia che a Cagliari definiscono «accettabile». Cioè, dodici milioni. Più Verre chiaramente. Salvo sorprese, il ritiro di Riscone comincerà il 12 luglio. Per quella data, Nainggolan potrebbe essere romanista.

venerdì 21 giugno 2013

AS ROMA: ARRIVANO LE CONFERME !

Le mie "fonti" difficilmente sbagliano...ecco infatti come i principali quotidiani sportivi stiano "trattando" la chiusura di due importanti operazioni di mercato...


CORSERA (G. PIACENTINI) - La Roma stringe per Mehdi Benatia e accelera per Radja Nainggolan. Archiviata la questione- allenatore, Walter Sabatini ieri si è potuto dedicare alle tante comproprietà rimaste in sospeso. Solo in apparenza trattative secondarie, perché proprio la definizione di tutte queste operazioni ha potuto dare al direttore sportivo un quadro preciso della rosa e la disponibilità di giovani da inserire in quelle «maggiori». Valerio Verre e Gianluca Caprari, riscattati rispettivamente dal Genoa e dal Pescara, potrebbero entrare nella trattativa per Nainggolan. Per il centrocampista belga del Cagliari, con il quale ha già un accordo di massima, raggiunto attraverso il suo agente Beltrami, Sabatini presenterà una nuova offerta piuttosto articolata: una cifra cash che dovrebbe oscillare tra i 9 e gli 11 milioni, a cui vanno aggiunte le comproprietà di Verre (classe 1994) e Caprari (1993). Un’offerta che dovrebbe accontentare anche il presidente sardo Massimo Cellino, che pochi giorni fa aveva dichiarato il calciatore incedibile.
Nell’operazione potrebbe rientrare anche Alessio Romagnoli (classe 1995), ma la Roma è restia a cederne la metà e prima di privarsene, anche in prestito, vorrebbe avere la certezza di arrivare al difensore croato Tin Jedvaj (altro ’95), intorno al quale ieri si è scatenato un giallo. Quando sembrava tutto fatto, con la Roma che aveva trovato l’accordo con il calciatore, dalla Croazia è rimbalzata la notizia di una richiesta di 8 milioni da parte della Dinamo Zagabria rispetto ai 5 offerti dalla Roma. Fino a quando non arriverà la fumata bianca, è probabile che non si muoverà nemmeno Romagnoli, che interessa anche all’Udinese che vorrebbe inserirlo nella trattativa per Benatia, in stand-by da parecchi giorni. In Friuli finirà quasi certamente solo Nico Lopez.
Ad agitare gli animi ci ha pensato Miralem Pjanic, che ad un sito calcistico bosniaco (www.sport.ba) ha dichiarato di «non sapere ancora quale sarà il suo futuro». Una frase che ha fatto suonare più di un allarme dentro Trigoria, soprattutto perché nelle ultime ore sono uscite nuove voci su un presunto interessamento del Barcellona per il centrocampista. Per quanto riguarda le altre comproprietà, Sabatini ha rinnovato quelle di Pettinari (Crotone) e Bertolacci, lasciando al Genoa la seconda metà di Tachtsidis. Il d.s. ha creato un vero e proprio asse di mercato con il Pescara: per la metà di Caprari, infatti, ha ceduto in comproprietà Piscitella (riscattato dal Genoa) e Politano, oltre ai prestiti (con diritto di riscatto della metà) di Viviani e Frascatore. Il Sassuolo, infine, ha esercitato il diritto di riscatto sulla metà del cartellino di Antei.

 IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Domani sera non ci sarà e non sarà la stessa cosa. Perché Italia-Brasile con o senza De Rossi fa una bella differenza. Per lui, ammonito mercoledì a Recife (e già diffidato) appuntamento alla semifinale della Confederations Cup che l’Italia è già sicura di giocare anche e soprattutto grazie alla sua voglia di reagire a una mezzora in cui di fronte c’era il Giappone ma sembrava che fosse già la Seleçao. Sulle fasce sembrava di vedere Marcelo e Dani Alves e invece erano Uchida e Nagatomo. Un monologo che Daniele, primo tra gli azzurri, ha provato ad interrompere. Prima spendendo un fallo da giallo, poi, anzi soprattutto, con quel gol che ha riaperto la partita. Il suo centro numero 15 in Nazionale. Che è tantissimo per chiunque.
Per un centrocampista è di più, è il massimo. Perché quasi nessun “non attaccante” ha mai segnato di più in maglia azzurra. Quasi perché c’è l’eccezione di Adolfo Baloncieri, che fu grandissimo anche se in un’altra epoca, in un’altro calcio. E molte grandi punte o numeri 10 della storia italiana sono già rimasti dietro Daniele. L’ultimo in ordine di tempo è stato addirittura Gianni Rivera. Il Golden Boy, il calcio degli anni 60 e 70, l’uomo di Italia-Germania 4-3. Dietro anche lui. Davanti, a una sola rete di distanza, ci sono l’ex compagno anche in giallorosso Luca Toni e Gianluca Vialli. Bomber, centravanti, prime punte. Lui no, lui è chiamato ad altri compiti, lui dovrebbe rompere il gioco avversario e ricostruire. Eppure, se non ci fosse stato lui, con ogni probabilità l’Italia avrebbe rimediato una figuraccia contro il Giappone oltre a compromettere il cammino nella Confederations, per quanto questa competizione possa davvero interessare i tifosi.
E invece c’è stata quella inzuccata, piena, tonda, alla De Rossi. Che ha riaperto la sfida, ha ridato vitalità all’Italia. E poi pure il La all’azione del definitvo 4-3 con quel tocco nello spazio per Marchisio. Insomma un De Rossi vitale, magari non stellare, ma comunque il migliore del centrocampo azzurro. Che dovrà saltare "la" partita. Quella col Brasile. Poco male, perché l’Italia è in semifinale e quindi è poco più di un’amichevole. E in amichevole col Brasile De Rossi non solo ci ha giocato, ma gli ha pure segnato. Tre mesi fa esatti, nel primo giorno di primavera. E anche allora fu determinante per dare una scossa dopo l’uno-due della Seleçao.
D’altronde, decisivo in azzurro lo è stato sempre, fin dalla prima volta. Era il 4 settembre del 2004. Daniele aveva appena 21 anni, compiuti pure da poco. Esordio in azzurro e 4 minuti per fare la storia, per raddrizzare la barca azzurra che era già stata colpita dalla Norvegia di Carew. La prima di 15 gemme. Che poi sarebbero 16. Perché c’è quella più importante anche se non fa classifica. Quel rigore calciato a 23 anni da compiere in una finale mondiale dopo che il mondo intero l’aveva etichettato come quello della gomitata a McBride. Buum e "buttace i guanti". Campione del mondo, vice campione d’Europa, bronzo olimpico under 21 e campione d’Europa sempre under 21. Ecco chi è oggi per il mondo Daniele De Rossi, l’uomo dalle 88 presenze in Nazionale maggiore, che arrivando in finale diventerebbero 90. Non potranno essere 91 perché domani sera a Salvador de Bahia non ci sarà. Novantuno, come Del Piero, che supererà presto, e poi le 94 presenze di Facchetti e ancora su su fino alla cima. Perché De Rossi, il romanista più azzurro di sempre, non si ferma 

 IL ROMANISTA (A. F. FERRARI) - La Roma lo ha praticamente preso. C’è un accordo di massima, vanno definiti i dettagli, in pratica le contropartite tecniche. Negli ultimi due anni molti tifosi italiani, in particolare quelli dell’Udinese, lo hanno conosciuto calcisticamente. Ma chi è Mehdi Benatia Che carriera ha fatto? Medi Amine Benatia El Moutaqui nasce il 17 aprile del 1987 a Courcouronnes (in Francia) da padre marocchino e madre algerina. Muove i primi passi da calciatore nell’Evry e nel Créteil (entrambe squadre francesi), prima di entrare nel prestigioso Istituto Nazionale di Calcio di Clairefontaine, un’accademia nazionale specializzata nell’accrescimento e nell’allenamento di giovani e promettenti calciatori francesi (punto di riferimento per gli osservatori di molte squadre come il Manchester United e il Chelsea). Una vera è propria scuola di calcio aperta nel 1988 a 50 km da Parigi. Da questa accademia sono usciti moltissimi professionisti che hanno fatto la storia del calcio francese come Anelka, Gallas e Henry. E altri che forse la faranno come Ben Arfa, Diaby e Obertan. Benatia poi decide di entrare nel settore giovanile dell’Olympique Marsiglia, dove rimane per più di quattro anni. Nel 2006, con lo scopo di fare un po’ di esperienza viene prestato al Tours, dove disputa 29 partite. La stagione successiva, invece, la passa (sempre in prestito) al Lorient, dove però non scende mai in campo a causa di un brutto infortunio al ginocchio che, addirittura, ne mette a rischio la carriera. Tornato al Marsiglia, essendo chiuso, nel giugno del 2008 accetta il trasferimento a titolo definitivo al Clàrmont, club di Ligue 2. Qui, grazie anche alla continuità che riesce a trovare, con le sue brillanti prestazioni attira le attenzioni di molti club europei.
Tra i tanti la spunta l’Udinese. Il club bianconero, infatti, nel gennaio del 2010, per soli 500mila euro lo acquista lasciandolo fino a fine stagione al Clàrmont. Dopo l’esordio in serie A contro l’Inter, alla sesta giornata contro il Cesena (al 92’ minuto) arriva il primo gol in Italia. Rete che tral’altro risulterà decisiva per la vittoria dell’Udinese. Alla fine chiuderà la stagione con 34 presenze e 3 gol. Nella stagione successiva (2011/2012) totalizza 38 presenze e 2 gol. Nell’ultima stagione, conclusasi poche settimane fa, ha invece collezionato solo 19 presenze e 2 gol a causa di numerosi problemi muscolari in particolare nella zona degli adduttori.
Per quanto riguarda la Nazionale, sebbene inizialmente avesse iniziato la carriera nella selezione francese, nel 2005 sceglie di rappresentare il Marocco (paese natale del padre). Con la squadra nordafricana esordisce il 19 novembre 2008 contro lo Zambia. Il 4 giugno del 2011 mette a segno anche la sua prima rete internazionale nella partita contro l’Algeria (paese in cui è nata la madre). La vita privata di Banatia è sempre stata molto tranquilla, all’insegna del rispetto di tutto e tutti. «Sono molto credente - ha confessato nei giorni scorsi il francomarocchino in un’intervista alla Gazzetta dello Sport - prego cinque volte al giorno. Prima dell’alba, a pranzo, nel pomeriggio, al tramonto, prima di dormire. Però non sono rigido con gli orari e non faccio il ramadan. È una cosa personale, ma per me le basi sono rispetto per tutti e pace». È la stessa intervista, peraltro, dove confessa la sua simpatia per i colori giallorossi: «Con l’Udinese sono sempre arrivato davanti alla Lazio. E loro da noi hanno sempre perso». 
Tecnicamente, invece, è un difensore molto duro: nella sue 80 presenze con la maglia bianconera è finito 25 volte sul taccuino dell’arbitro ma può vantarsi di non esser mai stato espulso. Forte fisicamente (1,91 cm per 88 kg), è bravissimo in marcatura e abile sulle palle inattive anche in fase offensiva. Il giocatore è universalmente riconosciuto come uno dei difensori centrali emergenti del nostro campionato. Nella stagione 2010-2011 è stato, inoltre, votato dai tifosi del nostro campionato come miglior difensore della serie A. Sotto il punto di vista caratteriale non ha mai dato problemi e in campo è uno di quei giocatori che “non molla mai”.
Le uniche perplessità sul suo conto nascono dalla sua tenuta fisica: oltre all’infortunio al ginocchi rimediato ad inizio carriera, infatti, nelle ultime stagioni è stato spesso colpito da problemi muscolari. Infortunii non gravi ma comunque fastidiosi e che gli hanno fatto perdere numerose partite. Sicuramente, se Benatia riuscirà a risolvere i guai fisici che lo hanno afflitto quest’anno, la Roma avrà trovato un difensore solido e affidabile per il prossimo campionato. Resta da capire, però, in che tipo di difesa giocherà. Difesa a tre o a quattro? Domanda che si sono posti in molti visto che Benatia è considerato più adatto ad una difesa a tre, dove ricoprirebbe il ruolo di difensore esterno di destra, che a una difesa a quattro. Dubbio che nei giorni scorsi è stato sciolto dal capo degli osservatori dell’Udinese, ed ex giocatore della Roma, Manuel Gerolin: «È un giocatore che può giocare a destra e può fare, se serve, anche il laterale destro – le sue parole a Radio Manà Sport -. Ha giocato ad Udine in una difesa a tre, ma è molto intelligente e si saprebbe adattare bene anche in un’eventuale difesa a quattro».