IL TEMPO (F. MAGLIARO) – Fine agosto italiano per il presidente della As Roma, James Pallotta. A Trigoria lo aspettano per chiudere la partita sullo stadio, per assistere il 28 agosto al sorteggio di Champions League a Montecarlo e il 30, per la prima di campionato contro la Fiorentina. Sullo stadio Pallotta dovrebbe vedere prima Luca Parnasi per poi, insieme, andare dal sindaco Marino. In quell’occasione si dovrebbe dare il via libera alle modifiche richieste dal Comune, in Conferenza dei servizi, al progetto dell’impianto di Tor di Valle.In sostanza, l’accordo sarà modifiche contro cubature. E tutti contenti.
Le principali richieste del Comune sono su
viabilità, trasporto pubblico, parcheggi, Riserva naturale. Alla fine la
via del Mare e la via Ostiense saranno unificate fra Marconi e
Raccordo, e si interverrà sulla Roma-Lido di Ostia. Non sarà necessario
acquistare nuovi convogli, ma l’investimento di 10-12 milioni di euro
sarà destinato a creare la nuova stazione Tor di Valle, con parti
impiantistiche, per raddoppiare l’attuale frequenza dei treni portandola
da 6 a 12 l’ora in occasione delle partite. Sui parcheggi, il Comune ha
richiesto che siano aumentati. Una parte dovrà essere a servizio delle
aree commerciali e l’altra servirà allo stadio e dovrà eliminare il
rischio «sosta selvaggia» in occasione degli incontri. Infine: la
Riserva naturale della Tenuta dei Massimi che dovrebbe essere
espropriata e sulla quale si dovrebbe realizzare la rotatoria di
svincolo dalla Roma-Fiumicino a servizio dello stadio. Date le
difficoltà tecniche emerse è probabile che il progetto definitivo
cancelli l’intervento con conseguente spostamento del futuro svincolo.
In cambio di tutte queste modifiche, che dovrebbero portare il costo
delle opere pubbliche intorno al mezzo miliardo di euro, il Comune
dovrebbe accettare le cubature aggiuntive proposte da Parnasi che, a
questo punto, rientrerebbero nell’equa compensazione. Solo al momento
dell’incontro fra Marino, Parnasi e Pallotta, verrà dato il semaforo
verde al progetto, attraverso la delibera che andrà votata
dall’Assemblea capitolina. Il passaggio in Giunta, quindi, avverrà
proprio a ridosso della scadenza del 27 agosto. Visto l’accordo
tecnico-politico fra Comune e Parnasi, è difficile ipotizzare un ricorso
a Palazzo Chigi anche perché, a quel punto, il testo andrebbe per primo
in Aula Giulio Cesare appena al rientro dalle ferie. Sarà poi, proprio
alla chiusura dell’accordo, che verranno fornite tutte le documentazioni
integrative richieste dai vari uffici comunali per procedere agli
espropri. Proprio questo è l’aspetto che ancora può nascondere insidie.
Gli uffici hanno deciso di interpretare la norma sugli stadi (la legge
finanziaria 147/2013) come legge speciale che, quindi, deroga alle norme
precedenti.
Questa interpretazione consente di aggirare alcuni
problemi normativi sulla proprietà delle aree. Tuttavia, è difficile
ipotizzare che i proprietari delle aree da espropriare – metà delle
quali appartiene a tre società ritenute in Campidoglio riconducibili al
Gruppo Armellini – staranno buoni. Quindi, sono prevedibili parecchi
ricorsi giudiziari. Saranno, alla fine, i giudici a stabilire se
l’interpretazione «legge speciale» data dal Campidoglio è quella giusta.
Non lo fosse, come al gioco dell’oca, si tornerebbe alla casella di
partenza.
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