lunedì 4 marzo 2013

IL MITO DI TOTTI...

(repubblica.it – M. Pinci) – Per chi è abituato a stupire, non c’è neanche il tempo per festeggiare: “Next Stop Piola”, annunciava la curva a uno stadio impazzito per l’ultimo record del proprio capitano: da domenica sera, tra Totti e il cielo è rimasto un solo ostacolo. 225 gol, come Gunnar Nordahl, e il secondo posto tra i goleador di ogni epoca. Un traguardo storico, perché nessuno negli ultimi 44 anni aveva segnato così tanto. Eppure, il capitano della Roma con l’abitudine a stupire, di accontentarsi non sembra proprio capace: “Quando supero Piola al primo posto smetto”.

ALTRI TRE ANNI PER PRENDERE PIOLA -Già, ma il primo posto di Silvio Piola, vertice della classifica all time dei marcatori del campionato italiano è lontano ancora 49 reti: l’ex attaccante di Lazio e Novara, infatti, comanda lontanissimo a quota 274 centri in serie A. Impossibile? No, almeno leggendo le cifre strabilianti del campione romanista. Riuscisse a conservare anche nelle prossime stagioni la media realizzativa che ha tenuto sin qui nella sua carriera, a Francesco Totti servirebbero ancora 114 partite per raggiungerlo: verosimilmente qualcosa come tre anni e mezzo. Magari potrebbe riuscire a guadagnare qualche mese se le gambe conservassero la media gol con cui ha distribuito gli ultimi 49 sigilli, distribuiti in 108 partite (0,45 gol a match). In ogni caso, però, sembra davvero quasi impossibile riuscire a strappare il sorpasso al vertice se non a ridosso dei 40 anni. Un dato che però nonspaventa di certo Francesco se recentemente, e in più di un’occasione, si è lasciato sfuggire una speranza che somiglia più a un proposito: “Gioco fino a 40 anni”.

ALLA ROMA FINO A 40 ANNI - Possibile, nonostante il contratto in scadenza tra dodici mesi. Perché se le intenzioni del numero dieci di continuare a calcare i campi della serie A sono note, anche la Roma, e non è certo una novità, all’idea di prolungare il vincolo con il proprio giocatore simbolo pensa sul serio. “Totti sta dimostrando ogni volta che scende in campo di meritare il rinnovo di contratto”, si era lasciato sfuggire il dg Baldini soltanto poche settimane fa. Magari se ne parlerà più avanti, anche se l’intenzione del club, ancora fortemente dipendente nelle proprie fortune dall’estro del suo immortale capitano, lascia intendere come l’unica via percorribile resti quella di prolungare la (fruttuosa) convivenza. In fondo, anche se l’accordo in essere garantirebbe a Totti un ricco futuro da dirigente già a partire dall’estate 2014, difficilmente le parti accetteranno di separarsi. Resta solo da decidere l’entità del prolungamento.

L’ANGELO CUSTODE – Merito, anche, di uno stato di forma che consente a Totti di confrontarsi alla pari con calciatori anche quindici anni più giovani. Come Florenzi, che parlando di lui lo definisce “il capitano bionico”. Perché Francesco, fin dai primi anni della carriera, ha saputo gestire la propria vita: in campo è affiancato da tempo da un signore come Vito Scala, angelo custode dei suoi muscoli ma non solo. Allenamenti personalizzati, gestione dei carichi di lavoro, cura maniacale ai dettagli per poter rendere al meglio cercando di limitare al minimo il rischio di piccoli contrattempi muscolari. Gestendo, oltre all’allenamento, anche le pause e il riposo all’interno di una stessa settimana, saltando qualche sessione preventivamente. In questa stagione determinante anche la cura Zeman, che se 14 anni fa ne aveva sgrezzato talento e muscolatura, la scorsa estate ne ha scolpito la tenuta atletica, pur preservandolo dai temutissimi gradoni.

DIETA, ORARI, PROFESSIONALITÀ: I SUOI SEGRETI – Ma il segreto di Totti, oltre al campo, è soprattutto l’attenzione nella vita privata: rispetto degli orari, dai pasti alle ore di sonno, pochissimi vizi (giusto la nutella per cui va matto, ma in quantità controllatissime), una vita da atleta e persino una palestra installata nella nuova casa per poter continuare il programma di allenamento anche nelle ore di riposo. Una professionalità estesa alle 24 ore della giornata, in cui però non far mancare lo spazio per una cena fuori o un aperitivo. E l’attenzione è estesa fino ai dettagli: in principio fu la cura dei dorsali per migliorare la postura, poi due stagioni fa, quando per alcuni mesi il meglio sembrava alle spalle, una dieta orientata a limitare i carboidrati in favore di verdure e proteine. Ancora più estrema da questa stagione, utile a smaltire quasi 5 chili. Indispensabile per continuare a essere Totti. Fino a 40 anni.


CAPELLO: “ALTRI DUE ANNI A QUESTI LIVELLI” – “Totti è un fuoriclasse e ha risorse inimmaginabili – spiega Capello ospite di Radio Anch’io Sport su Radio Uno -. Col tempo ha perso magari velocità ma ha aumentato l’astuzia e l’intelligenza che insieme alle qualità tecniche che ha gli hanno permesso di arrivare a questi livelli. Quando ero alla Roma mi chiedevano perchè sostituivo sempre Montella e non Totti – racconta l’attuale ct della Russia – ma perchè lui poteva segnare sempre e comunque partendo da qualsiasi posizione, oltre che fare assist per i compagni. Io allora lo portai più vicino alla porta perchè come tira lui è difficile trovare qualcuno. Adesso deve capire che non può giocare tutte le partite ma un certo numero di gare per rimanere a questi livelli. Se si gestirà bene potrà restare al top ancora per altri 2 anni”.

Non ha avuto paura di restare per anni dietro le quinte, avvolto nell’ombra, celato al mondo. E quando e’ stato illuminato da un fascio di luce non si e’ fatto pregare, mostrandosi in tutte le sue sfaccettature. Aurelio Andreazzoli si e’ preso la ribalta orfana di Zeman abbracciando la Roma e i suoi tifosi, rivitalizzando una squadra quasi alla deriva e rilanciando le ambizioni di una societa’ che, dopo scelte rivoluzionarie come quelle di Luis Enrique e del boemo, ha deciso di puntare tutto sul tecnico di Massa Carrara trapiantato a Trigoria.


L’allenatore toscano da otto anni vive infatti all’interno del centro sportivo romanista, lontano dalla famiglia e dalla moglie che sente comunque sempre vicino grazie alle iniziali tatuate sotto la fede nuziale. La sua stanza e’ rimasta sempre la stessa e lui e’ diventato una sorta di ‘guardiano del faro’, tanto che la dirigenza dopo aver esonerato Zeman non ha dovuto neppure dargli le chiavi dello spogliatoio. A differenza del suo predecessore, poi, ha conquistato col dialogo la fiducia dei giocatori (”non si puo’ fare a meno del consenso”), senza pero’ permettere a nessuno di discutere la sua autorita’ (”ascolto tutti, dal primo collaboratore all’impiegato, ma a Trigoria tutti sanno che non si fa niente che non abbia deciso io”) e fissando poche regole, ma ferree (in primis gli orari), che nessuno puo’ ignorare.

A Totti e compagni ha chiesto fiducia e tempo, principi chiave sottolineati quattordici anni fa nella sua tesi di fine corso al master di Coverciano per l’abilitazione ad allenatore professionista di prima categoria. ”Fiducia che si basa sulle esperienze vissute, e tempo per verificare che i risultati derivanti dalle metodiche di allenamento prima e dalle gare poi dimostrino la loro bonta”’. Per il momento, le tre vittorie consecutive in campionato e il gap ridotto a 5 punti dal terzo posto in classifica gli stanno dando ragione, ma per guadagnarsi la riconferma forse non bastera’ nemmeno conquistare la Coppa Italia.

Andreazzoli comunque tira dritto, sicuro delle proprie capacita’ (”il mio allenatore modello? Sono gli altri che si devono ispirare a me, non io a loro”) e conscio del fatto che, come sostenne in passato, ”sono totalmente opposti l’aspetto psicologico e la spinta motivazionale fra chi agisce per raggiungere un grande premio, e chi invece avra’ come massimo risultato un ‘salvataggio”’. Per il sergente di ferro, insomma, traghettare la Roma fino al termine della stagione potrebbe non rappresentare la fine della missione.(ANSA)



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