domenica 13 ottobre 2013

AS ROMA : GERVINHO ED I SOGNI DA REGINA....







La Costa d’Avorio di Lamouchi ipoteca la qualificazione a Brasile 2014 battendo, nell’andata del playoff finale africano, il Senegal per 3-1. Migliore in campo il giallorosso Gervinho, schierato a sinistra nel 4-2-3-1 di Lamouchi ma spesso protagonista anche dall’altra corsia grazie ai continui scambi di posizione con Kalou. Il giocatore della Roma è entrato in maniera decisiva in tutte le reti ivoriane: rigore procurato, conclusione deviata nella seconda marcatura e assist per Kalou.
Costa d’Avorio molto cinica nella prima frazione di gioco. Gervinho, inizialmente impegnato sulla fascia sinistra, è subito efficace: ingresso in area e dribbling secco su Kouyaté, costretto ad atterrare l’attaccante giallorosso. Il rigore è netto, dal dischietto Drogba non sbaglia e porta in vantaggio gli "Elefanti". Match a ritmi bassi, con i padroni di casa che cercano di sfruttare la velocità in ripartenza di Kalou e Gervinho. Ed è proprio una combinazione tra i due, sempre sulla sinistra, a portare al raddoppio dell’undici di Lamouchi. Scatto di Gervinho che, vedendo solo Drogba nel mezzo, cerca l’assist per il compagno: sulla traiettoria c’è però Sané, che devia nella propria porta. Da questo momento in poi gli ivoriani abbassano il baricentro, giocando quasi esclusivamente di contropiede. Senegal pericoloso solo in due circostanze, prima con N’Diaye (tiro bloccato da Barry dopo un’azione personale al 23’) e poi con Sow, che calcia alto da buona posizione in area ivoriana otto minuti più tardi. Ma è ancora Gervinho il protagonista in chiusura di tempo: recupera caparbiamente la sfera da Gassama, quindi serve con un preciso passaggio in prossimità del dischetto del rigore Yaya Touré. Il giocatore del City, tutto solo, è impreciso, con il suo sinistro che si spegne sul fondo.
Ripresa che parte subito nel segno della Costa d’Avorio. Drogba manca una conclusione semplice in posizione favorevole, ma Kalou, al 50’, non sbaglia: Seechurn concede il vantaggio agli ivoriani dopo uno scontro di gioco a centrocampo, ne approfitta Gervinho che si accentra e lancia in profondità Kalou: perfetto il filtrante del giallorosso e l’attaccante del Lille realizza il 3-0. Quindi sono Drogba e Touré a sfiorare il poker, ma Coundoul in prima battuta e i centrali sul susseguirsi dell’azione salvano la situazione. Il Senegal si getta in avanti, aiutato dall’atteggiamento dei padroni di casa, e impegna Barry con un colpo di testa di Kouyaté. Il predominio territoriale dei senegalesi non conduce a nessuna grande opportunità: la Costa d’Avorio non ha problemi a controllare il match fino all'ultima chance del Senegal. Punizione dalla trequarti nel quinto minuto di recupero, Bamba non libera bene e l'accorrente Cissé ne approfitta per battere Barry. All'89 Lamouchi aveva concesso la meritata standing-ovation a Gervinho, sostituito da Gradel: il giallorosso è stato acclamato ad ogni possesso palla dal pubblico ivoriano nel secondo tempo. Il Brasile lo attende. (www.vocegiallorossa.it)


 (Il Tempo – E.Menghi) Era ancora un consigliere quando Pallotta l’aveva convocato in America assieme a Sabatini e Zanzi per programmare il futuro, dal nuovo allenatore al mercato dei giocatori. Baldini aveva già rassegnato le dimissioni e Baldissoni sarebbe diventato ufficialmente il suo erede un mese e mezzo dopo (il 22 luglio scorso), anche se sin dall’avvento degli americani, scovati proprio da lui a Boston, già si muoveva da dirigente: «Non me lo sarei immaginato. Ho semplicemente deciso di accettare una richiesta della proprietà che si è ripetuta per un po’ di tempo. Quello che si è aggiunto è un ulteriore senso di responsabilità nell’occuparmi di qualcosa di così importante per tanta gente».

Da direttore generale della Roma sa che ogni promessa annunciata ha un suo peso, ma si sente di farne una nella prima intervista a Roma Channel: «Non dobbiamo avere ambizioni limitate. Dire che l’obiettivo è portare la Roma ad essere la regina d’Europa è doveroso, anche se adesso non lo è. Se non pensassimo di poterla portare ai vertici del calcio internazionale, faremo un torto alla squadra e ai tifosi e non potremmo fare questo lavoro. Dobbiamo puntare all’eccellenza».
Per capire se la strada è quella giusta, sarà utile il test contro il Napoli: «I risultati sono una cartina tornasole, danno la possibilità di misurare quello che si sta facendo in una maniera più semplice e diretta. Si sta cercando di costruire un futuro a questa squadra. Sarà importante vedere se la Roma sarà in grado di continuare nel percorso che ha intrapreso quest’anno con grande soddisfazione. È l’evento calcistico del mese».
Spettacolo maggiore, biglietti più cari: è questo il binomio inscindibile che la società ha adottato per le partite di cartello. «Non credo si spenda meno per vedere un concerto o andare al ristorante. Comprare singole partite ha un costo maggiore che essere sempre allo stadio, dimostrando che la passione prescinde da quello che è l’evento del giorno». Quello con più appeal finora è stato il derby del 22 settembre, il suo primo da direttore generale, dopo i cinque vissuti da consigliere (4 sconfitte e un pareggio). Stavolta ha assistito a una vittoria, con il presidente Pallotta al fianco: «È rimasto poco seduto vicino a me, era talmente teso ed emozionato che non riusciva a stare fermo. Vive così tutte le partite, non si può pensare di acquistare una società e non esserne il primo tifoso. Dalla fine della scorsa stagione ha voluto essere ancora più coinvolto, anche nelle decisioni quotidiane. Il suo contributo è non solo benvenuto, ma anche positivo».
Lo stadio sarà la sua firma: «Abbiamo cominciato questo processo un anno e mezzo fa e si è fatto già un lavoro concreto. Cerchiamo di procedere in fretta, a prescindere dalla legge sugli stadi. In futuro sarà per noi un moltiplicatore di ricavi e potrà rafforzare la capacità di investimento della società. La campagna acquisti non è collegata con lo stadio. Le cessioni di Lamela e Marquinhos, potenziali campioni, non significano rinunciare alla competitività». Soprattutto se vai a pescare uno come Strootman in Olanda, accompagnando Sabatini in «missione»: «Sono ancora stanco, Walter non mi aiuta, lui non fa un giorno di vacanza da vent’anni (ride, ndc). È stato stressante, ma la squadra ci sta ripagando di tanti sacrifici e speriamo che continui così».
All’Olimpico, intanto, Baldissoni aspetta Montella, non da avversario ma da ex con un posto nella nuova Hall of Fame: «Dobbiamo far combaciare il nostro calendario con quello della Fiorentina, perché vogliamo Vincenzo in campo per ritirare il premio». Chiusura dedicata al razzismo: «Siamo contrarissimi a qualsiasi discriminazione razziale. Quella territoriale è altrettanto disdicevole. Ma la norma è generale e astratta: va resa attuale».
Solo un consiglio da chi era abituato a darne e ora fa anche di più: vuole essere protagonista di una Roma che punta a diventare regina d’Europa.

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