(Il Romanista, D. Galli) - «Elevato». Elevato livello tecnico della prima squadra, elevati risultati sportivi. L’As Roma lo ripete come un mantra in un documento finanziario particolare pubblicato ieri sul proprio sito. È il prospetto informativo relativo all’offerta in opzione e all’ammissione a quotazione a Piazza Affari di azioni ordinarie As Roma dopo l’aumento di capitale dello scorso 31 marzo. In pratica, la società descrive al mercato il proprio quadro economico, traccia ipotetici scenari e illustra le proprie strategie di investimento, sia sul piano tecnico, sia su quello finanziario. È un prospetto interessantissimo, scritto in maniera molto chiara per essere un documento contabile, che “Il Romanista” ha deciso di riportare per stralci, prendendo in esame i capitoli più importanti.
DIRITTI TV La
metà dei ricavi dell’As Roma dipende dalle tivvù. C’è poco da fare.
Senza questi soldi, il calcio italiano farebbe bancarotta o sarebbe
costretto a un drastico ridimensionamento. Si legge nel prospetto: «I
diritti radiotelevisivi e i diritti di immagine rappresentano la
principale fonte di ricavo della società e nel corso dell’esercizio
chiuso al 30 giugno 2013 hanno rappresentato il 53% del totale ricavi
operativi della società, mentre al 31 marzo 2014, per il periodo
relativo ai primi nove mesi dell’esercizio, tale percentuale si è
attestata al 55%». Con la vendita centralizzata dei diritti, approvata
il 19 novembre 2012 dalla Lega, il 30% dei proventi viene distribuito
sulla base dei risultati ottenuti dalla squadra: il 5% sulla base dei
risultati della stagione, il 15% sulla base dei risultati del
quinquennio precedente, il 10% sulla base dei risultati storici dalla
stagione 1946/47 ad oggi. Dunque, un ottimo piazzamento finale incide
parecchio. Già, ma quanto? As Roma stima di ricevere introiti per circa
60 milioni di euro l’anno per la prossima stagione sportiva in caso «di
piazzamento superiore al quinto posto». Quinto posto? Si può fare…
CHAMPIONS In
assenza di uno stadio di proprietà, che un giorno garantirà un futuro
finanziariamente quasi indipendente dai risultati sportivi, la
partecipazione alla Champions League è un elemento decisivo nel bilancio
del club. «Si stima – avvisa As Roma nel documento informativo – che in
uno scenario prudente i ricavi potranno essere complessivamente
rappresentativi del 30% dei ricavi operativi che il Gruppo AS Roma ha
conseguito nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2013». La società fa una
previsione per la prossima stagione, chiaramente. As Roma fa un calcolo
facile facile. Sono due le voci in entrata della Champions (senza
contare gli incassi al botteghino, che nell’ultima Coppa Campioni
disputata sono valsi 2,2 milioni di euro): i bonus Uefa e il “market
pool”, cioè la fetta dei diritti tv che spetta ai club italiani, e nello
specifico all’As Roma. «Tenuto conto – si legge – che il valore
complessivo del market pool spettante all’Italia sarà pari a circa 81
milioni di euro, il market pool che sarà conseguito dalla A.S. Roma sarà
pari ad un importo minimo di circa 22 milioni di euro. Complessivamente
tra bonus e market pool, i proventi televisivi minimi garantiti per la
partecipazione alla Uefa Champions League 2014/15 dovrebbero essere pari
a circa 31 milioni di euro».
SPONSORIZZAZIONI Nonostante
il potente accordo (“potente”, per usare un “sabatinismo”) con Nike, la
società avverte l’assenza di un sponsor di maglia. Il mancato
reperimento, dice As Roma, «potrebbe avere effetti negativi
sull’attività e sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria».
Per un club che, studio di ricerca di Sport+Markt alla mano, vanta 87
milioni di tifosi nel mondo, questo è un problema. «Nell’esercizio
chiuso al 30 giugno 2013, i ricavi da sponsorizzazione e pubblicità
hanno rappresentato il 17% del totale ricavi operativi della società –
si legge nel prospetto – mentre al 31 marzo 2014, per il periodo
relativo ai primi nove mesi dell’esercizio, tale percentuale si è
attestata al 13%, per effetto della mancanza di un main sponsor, tenuto
conto che il contratto di sponsorizzazione ufficiale sottoscritto con
Wind Telecomunicazioni S.p.A. ha rappresentato, al 30 giugno 2013, il
29% circa dei ricavi da sponsorizzazioni e pubblicità ». Tra l’altro,
proprio domani scadrà il contratto da 1,1 milioni a stagione con
Volkswagen. Tra gli accordi minori (minori come corrispettivo, sia
chiaro) c’è quello con Infront, che assicura ad As Roma 600 mila euro a
stagione.
LA NIKE Salvo
imprevisti, As Roma e Nike resteranno insieme almeno per dieci anni.
Salvo imprevisti, perché ci sarà la possibilità (attenzione: la
possibilità, non l’obbligo) di risolverlo anticipatamente al verificarsi
di certe condizioni. As Roma, che ha già incassato 6 milioni di bonus –
si è trattato di due “una tantum” – adesso percepirà 4 milioni di euro
l’anno, che potranno diventare 5 quando l’As Roma inaugurerà il proprio
stadio. In più, alla società sarà assicurata «una percentuale (che varia
tra il 7,5% e il 12% in funzione dell’effettivo fatturato netto) sulle
vendite nette effettuate nel corso di ciascun anno di durata, il 50% dei
proventi netti di qualunque prodotto commercializzato con i nomi,
loghi, marchi o diritti di immagine collettiva della squadra di
proprietà o nella disponibilità del club e alcuni bonus in caso di
raggiungimento di alcuni specifici obiettivi agonistici».
IL BOTTEGHINO Per farvi
capire il peso del botteghino nei conti giallorossi, ecco cosa dice il
prospetto: «I ricavi da gare hanno rappresentato nell’esercizio chiuso
al 30 giugno 2013 il 17% del totale ricavi operativi della società,
mentre al 31 marzo 2014, per il periodo relativo ai primi nove mesi
dell’esercizio, tale percentuale si è attestata al 21%». Il 21%. Quasi
un quarto del totale. Rispetto alla stagione 2012-2013, quella con Zeman
in panchina, sono calati leggermente gli abbonamenti (25.400 per 8,3
milioni di euro di incasso col Boemo, 23.700 e 7,4 milioni con Garcia)
ma il dato inganna, perché poi bisogna prendere in considerazione la
cifra dei biglietti venduti, che con il consolidarsi delle iniziative
della società tese a riavvicinarsi alla propria gente, e grazie ai
risultati conseguiti da Rudi, ha fatto segnare un deciso balzo in
avanti.
PARCO GIOCATORI È
il capitolo più succoso per i romanisti. Nel prospetto si legge: «La
società persegue una attenta politica di gestione del “patrimonio
calciatori” diretta, sotto il profilo strettamente sportivo, a costruire
una prima squadra di livello tecnico elevato e di consentire il
raggiungimento di standard elevati di risultati sportivi e, sotto il
profilo economico, a valorizzare il patrimonio calciatori». È tanto vero
che, viene ricordato nel prospetto, «al termine della sessione estiva
di mercato della stagione sportiva 2013/2014, la società ha registrato
una crescita, pari a circa il 6% al 31 marzo 2014, dei costi per
stipendi e premi ai calciatori». Non solo. Leggete qua: «Tenuto conto
dei bonus individuali che sono riconosciuti a tesserati a seguito del
raggiungimento della qualificazione alla Champions League 2014/2015, si
stima che la crescita del costo per il personale tesserato per
l’esercizio corrente, in termini di salari e stipendi, rispetto al
precedente esercizio, sarà di circa il 10%. Sebbene la strategia della
società sia orientata a massimizzare la ricerca di nuovi giovani talenti
da inserire nella prima squadra, non è possibile escludere che tale
tendenza sia mantenuta con continuità negli esercizi futuri, con
possibili effetti negativi sull’attività e sulla situazione
patrimoniale, economica e finanziaria». Significa che la società è
consapevole di non poter allestire una squadra solo di giovani. Che per
vincere c’è bisogno dei veterani, dei senatori, di chi vince proprio per
quello. Perché sa già come vincere.
GLI INFORTUNI La
società non intende farsi prendere in contropiede da eventuali
infortuni. Per questo, si legge, «ha sottoscritto polizze assicurative,
di durata annuale, con le compagnie assicurative Marsh S.p.A. e Unipol
S.p.A., corrispondendo un premio annuale pari a 3 milioni di euro,
aventi massimali ritenuti dalla società idonei a garantirla da tali
rischi».
IL MAGO SABATINI Da giugno e
gennaio le operazioni in entrata e uscita sul mercato hanno permesso
all’As Roma di far registrare una plusvalenza di oltre 50 milioni di
euro, circa 100 miliardi di vecchie lire. «Il risultato conseguito al 31
marzo 2014 – recita il prospetto – riflette gli esiti positivi delle
operazioni di mercato realizzate nell’ambito della sessione estiva ed
invernale della Campagna Trasferimenti, che hanno generato plusvalenze
per complessivi 54,8 milioni di euro».
CONTENZIOSI C’è
un altro rischio che preoccupa As Roma. Sono i contenziosi giuridici.
Avverte il club: «Riguardano, in particolare, pregressi rapporti con
calciatori, procuratori, fornitori, consulenti e dipendenti». La società
ha accantonato apposta 12,7 milioni di euro. In realtà, si legge,
«l’ammontare complessivo delle domande delle controparti relative ai
procedimenti di cui sopra è pari a circa 80 milioni di euro. Tale somma,
in particolare, comprende l’ammontare delle pretese contenute negli
atti introduttivi per quanto riguarda le cause civili, quelle di diritto
del lavoro e i procedimenti fiscali ». I 12,7 milioni stanziati, però,
fanno stare tranquilla l’As Roma, che ritiene «adeguate le somme
stanziate»: «Gli accantonamenti rappresentano una prudente stima del
rischio economico connesso ai singoli procedimenti». Qualche curiosità.
Tra le cause di lavoro c’è quella intentata alla società dall’ex
direttore del marketing, Cristoph Winterling «il quale ha contestato
contestato il licenziamento chiedendo la successiva reintegra, oltre al
risarcimento del danno per un ammontare pari a 175 mila euro». C’è poi
la signora Cecilia Santamaria che chiede un milione tondo tondo. Nulla
in confronto alla maxi richiesta di risarcimento di Basic Italia Spa,
leggi Kappa, che ha quantificato in 62 milioni di euro «i presunti danni
patiti a seguito della risoluzione». La società ha risposto
«contestando le domande di Basic, chiedendo altresì la risoluzione del
suddetto contratto per fatto e colpa grave di Basic con contestuale
richiesta di condanna al risarcimento danni per complessivi euro 100
milioni in favore di As Roma, nonché di complessivi euro 35 milioni in
favore di Soccer (Soccer Sas di Brand Management, che per As Roma si
occupa di marketing e merchandising), oltre interessi e rivalutazione».
Tutto qui? Macché. Tra chi bussa a denari c’è anche l’architetto Gino
Zavanella e la Reconsult S.p.A. Chiedono 1,25 milioni per «la
progettazione di un nuovo stadio di proprietà dell’A.S. Roma avvenuto
nel 2003».
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