domenica 29 giugno 2014

Moviola in campo: perché sì e perché no





LA STAMPA (M. ANSALDO / G. GARANZINI) – Blatter ha aperto al diavolo: la moviola entrerà nel calcio, con i dovuti accorgimenti. Per una volta ci troviamo d’accordo con il satrapo svizzero. L’uso della moviola non cancellerà gli errori perché dare agli allenatori due possibilità di chiederne l’intervento, l’esclude negli altri casi, e ci saranno situazioni in cui rimarrà inapplicabile: ad esempio se un’azione da gol viene fermata per un fuorigioco inesistente non si potrà correggere lo sbaglio a gioco fermo. Però qualche ingiustizia sarà sanata. Ne resteranno altre? Pazienza: come dice il Trap, tra il niente e il piuttosto è meglio il piuttosto. Esorcizzato il tabù, potranno venire altri sviluppi. Fino a pochi giorni fa c’era persino chi si opponeva all’occhio elettronico contro i gol fantasma. Non ci sembra che abbia fatto danni, nei Mondiali è entrato in funzione una sola volta ed è servito più della rivoluzione platiniana dimettere gli arbitri di porta che decidono pure loro con occhio umano e non con un computer. La bomboletta spray per segnare dove si piazza la barriera sembra una carnevalata tuttavia dov’è il pericolo, a parte il contributo al buco nell’ozono? Dopo anni di immobilismo il calcio comincia a muoversi. Lo fa solo perché ogni graffio alla sua credibilità è un danno economico,ma va bene. La tesi che gli errori arbitrali fanno parte del gioco ci ricorda il romanticismo su quando si giocava con le maglie di lana e si andava allo stadio col tram… Anche a noi questo calcio poco umano piace meno di una voltama non è per ragioni del tipo che allora i numeri andavano dall’1 all’11: è perché sono cambiati i rapporti, i calciatori erano presenze tra la gente e non gli autori di un tweet. E poi coraggio: Blatter ha deciso di adottare la moviola,ma non quella di Biscardi.

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