martedì 11 giugno 2013

AS ROMA: PROGETTO NUMERO TRE...

Questo è probabilmente ancora più affascinante degli altri due...se nel primo(allucinante) biennio si era"rischiato", in questa terza era si sta "osando"e sfidando l'impossibile..
Ci si affida ad un allenatore che definire "misterioso" è riduttivo, e si ritorna al mercato fascinoso e di "stecca"Sabatiniano.Spazio, dunque, a pipponi e sconosciuti vari..tanto la formazione la fa il "Saba"...e Garcia?? beh lui, a quanto si dice, spetterà il compito di segnalare (e portare) qualche PIPPA DE ORO dal suo "REAL LILLE"...

IL ROMANISTA (D. GALLI) - Potrebbe essere il segnale dei tempi che cambiano. Intendiamoci, vale sempre il principio che il potere è delegato ai manager e la proprietà americana li lascia fare, per poi giudicarli a fine stagione. Ma il fatto che James Pallotta abbia convocato a New York il Ceo Italo Zanzi, il ds con poteri assoluti Walter Sabatini e il pontiere tra Boston e Roma, l’avvocato Mauro Baldissoni, ovvero gli uomini di peso della Roma attuale, ha un significato preciso. Pallotta vuole passare dalle parole ai fatti. Vuole far capire alla tifoseria romanista che l’americano c’è e ci sente benissimo. Che Zanzi, Baldissoni e Sabatini hanno piena autonomia ma poi si relazionano con il padrone del vaporetto.
Zanzi è stato il primo a volare in America. Lo ha fatto lo scorso weekend. È il Ceo, il braccio a stelle e strisce di Pallotta a Trigoria e col suo presidente ha affrontato un po’ le tematiche all’ordine del giorno, dallo stadio alla squadra. Poi sono arrivati i rinforzi. Per la Grande Mela si sono imbarcati ieri Baldissoni e Sabatini. Qualcuno lo ha definito un "planning meeting", una specie di tavola rotonda dove si pianifica il presente e il futuro prossimo della società. Pallotta sa, ma vuole sapere ancora di più. Ha bisogno di conoscere i dettagli delle operazioni condotte finora, lo stato di alcune trattative e poi, certo, anche lui deve dire qualcosa. Per esempio, quanto può spendere il club al netto delle cessioni, qualcuna eccellente, come quella di Osvaldo. Il mercato, spiegano a Trigoria, non sarà comunque inferiore al precedente.
Tradotto, la Roma al netto di acquisti e cessioni conta di poter registrare un disavanzo di almeno 20 milioni di euro. Almeno. Tutti discorsi, questi, che riguardano ormai una sola persona: Sabatini. Il ds, che gode della stima di tutto il management (e ce l’aveva anche da parte di Baldini), ha in mano l’intero settore tecnico. Sulla scelta dell’allenatore ci sono stati dei confronti con gli altri massimi dirigenti, ma come accade in qualsiasi altra società. E come accade in qualsiasi altra società, alla fine ha deciso lui, Walter Sabatini. L’architetto di questa terza stagione americana. Con Baldissoni potrebbe essersi discusso invece prevalentemente dello stadio - il progetto sarà presentato al neo sindaco Ignazio Marino tra luglio e agosto - e di altre questioni apparentemente secondarie per un tifoso, eppure fondamentali per i ricavi della Roma, come le prossime partnership.
Dicevamo. Nel viaggio a New York non va letta una rivoluzione, una confroriforma, un ripensamento della strategia aziendale. È più un aggiustamento, una correzione di tiro. Pallotta non avrebbe voluto che Baldini lasciasse, ma il dg gli aveva posto un legittimo aut aut: o conto di più, oppure è inutile che resto. L’addio di Baldini ha determinato inevitabilmente un riassetto interno che ha accresciuto invece altri poteri. Quelli di Sabatini. È da lui che Pallotta vuole sapere come farà a trasformare questa Cenerentola (per i risultati di oggi, non certo per la storia di ieri) in una principessa. Anzi, come prometteva DiBenedetto un paio d’anni fa, in una regina. 

LEGGO (F. BALZANI) - Per Hazard è stato «come un padre», per Gervinho «la svolta della carriera». Di Rudi Garcia, 49 anni, si sa poco ma una cosa è certa: il tecnico di Nemours (un paesino di 13 mila anime nell’Ile de France, l’area metropolitana intorno a Parigi) ama lavorare con i giovani. In 5 anni nel suo Lilla, infatti, sono scoppiate diverse stelle e la più luminosa è proprio Hazard talento del Chelsea allenato per 4 anni da Garcia che lo fece esordire in Ligue 1 a 17 anni. «Hazard non è un diamante, è una miniera», disse il tecnico. Poi l’ivoriano Gervinho voluto proprio da Garcia nel 2009 e poi ceduto all’Arsenal. Alla lista si aggiungono Cabaye (ora al Newcastle), Rami (al Valencia), Sow (22 gol col Fenerbache quest’anno) e Debuchy. Tutti campioni di Francia nel 2011.
Quest’anno, invece, a mettersi in mostra è stato il 19enne Digne che Garcia si porterebbe volentieri a Roma. «Sarebbe un peccato perdere il mister», ha dichiarato ieri il terzino sinistro corteggiato dal Psg. A Trigoria comunque Garcia avrà tanto materiale (la media età rispetto al Lilla è più bassa di un anno). Da Dodò a Marquinhos; da Lamela a Pjanic: la miniera-Trigoria è aperta.

Nessun commento:

Posta un commento