Riporto un articolo apparso oggi, giusto per dovere di cronaca.
Non credo assolutamente che possa concretizzarsi uno scenario del genere..
(Il Giornale d’Italia – F.Colosimo) Roma e Lazio sono accomunate, da sempre, dalla rivalità e dalla supremazia.
Sportiva, territoriale, ma non solo. Le due squadre della Capitale,
oggi, hanno un punto in comune. Entrambe, infatti, potrebbero cambiare
proprietà e, quindi, padrone.
Dietro la squadra nata nel 1927, questa volta non c’è Adnan Aref
El Quaddumi, un fantomatico petroliere che con la Roma si è fatto solo
pubblicità e ci si è riempito la bocca. Ma un costruttore, romano e
romanista. Chi sarà mai? Si chiama Luca Parnasi, ha 35 anni, ed è il numero uno di Parsitalia, azienda leader nel settore immobiliare italiano.
Se si pensa ai costruttori della Capitale, protagonisti di quel boom
edilizio degli anni ’60 che ancora oggi caratterizza il profilo
cittadino, la famiglia Parnasi rientra a pieno titolo nelle cronache che
vedono riuniti i Caltagirone, i Toti, i Mezzaroma e gli Scarpellini.
Da mesi a questa parte, il giovane imprenditore è al centro
di una delle questioni più importanti legate alla Roma: lo stadio di
proprietà. Perché è proprio in uno dei terreni dei Parnasi, a Tor di
Valle, che nel 2016 verrà costruito il nuovo Polo.
I primi legami tra Parnasi e la società di Trigoria risalgono al
periodo della cessione della Roma alla cordata americana. Già dal
febbraio 2011, ovvero prima dell’acquisizione della quota di maggioranza
della società (il 60%) da parte di DiBenedetto & co, Parsitalia era
in lizza per prelevare la quota che, ancora oggi, rimane nel
portafoglio di UniCredit ( il 40%).
La questione stadio è importantissima, fondamentale, e Parnasi
ha fiutato l’affare. Questo, il nocciolo della questione, questa, la
“partita” cruciale.
Il costruttore sta trattando, giorno dopo giorno, con UniCredit. La
trattativa è difficile, ma non impossibile. L’istituto di credito, della
Roma – anche se non può ammetterlo – non ne può più.
Parnasi però non è abituato a svolgere un ruolo di secondo piano.
L’imprenditore, da sempre, ha svolto la parte del protagonista. Per
questo motivo, la trattativa con UniCredit è solo il primo passo. Il
secondo, quello decisivo, è l’acquisizione di quasi tutto il pacchetto
di maggioranza. Pallotta ne è al corrente, e per il momento nicchia. Ma
gli insuccessi, e le problematiche di queste stagioni fallimentari,
potrebbero convincerlo a desistere e a concentrarsi sullo sport che più
ama, il basket.
La trattativa tra Parnasi e UniCredit è segreta, ma certa. Nessuna conferma al momento, ma è solo questione di tempo.
Dalla Roma passando per la Lazio. Ricordate lo sceicco Khalid Al
Shoaibi? L’imprenditore saudita di 49 anni, proprietario del 20% dell’Al
Shoaibi Group (il restante 80% è tutto in mano al padre) – società che
fattura ogni anno oltre 2 miliardi di euro – che negli scorsi mesi aveva
formulato una proposta da 80 milioni di euro per prelevare il 66,692%
della società? Ecco, la pista sembra essere ancora calda. Il numero uno
dei biancocelesti aveva risposto a quell’offerta con una provocazione:
200 milioni di euro, la richiesta. Esagerata, se pensiamo che la Lazio è
un’azienda quotata in borsa dal valore stimato in 24 milioni di euro.
L’imprenditore romano non sembra comunque intenzionato a cedere. La
prima squadra della Capitale, infatti, per l’impresario di pulizie, è un
bene troppo prezioso. La sua importanza, all’interno della Lega Calcio,
è ben nota. Lotito è stato il vero regista “dell’ operazione
Beretta-bis”. Lo scorso 28 gennaio, mentre gli altri club si dividevano
tra i sostenitori di Abodi e quelli di Simonelli senza mai superare le
11 preferenze (ben lontane da quota 14), Lotito tesseva la tela. In
questa maniera Maurizio Beretta l’ha spuntata e Lotito si è preso la
carica di consigliere in Figc insieme a Pulvirenti del Catania, facendo
pesare l’alleanza con Galliani (Milan) cui è andata la vice-presidenza.
Sgambettando sia Agnelli che Moratti, tagliati fuori.
Nella stanza dei bottoni Lotito conta eccome, e questa cosa lo fa
sentire importante. Il numero uno dei biancocelesti, anche per questo
motivo, non ha intenzione di vendere. Il vulcanico e litigioso
presidente ha pronto però il suo paracadute. Lo nasconde, per adesso, ma
se la Salernitana dovesse (il prossimo anno) conquistare la promozione
in Serie B, potrebbe sicuramente cedere alle avances.
Ciò che è certo, è che economicamente parlando “Lotirchio” (così è
soprannominato), non può garantire alla Lazio quello che Agnelli e De
Laurentiis assicurano alle loro società. La Lazio ha sì dimostrato che
per vincere non c’è bisogno di spendere cifre folli, ma dall’altro
canto, grazie alle promesse non mantenute del suo presidente – complice
un mercato di riparazione a dir poco deludente – per ben due anni sì è
vista sfuggire l’accesso ai preliminari di Champions League.
Competizione dalla quale una grande squadra, di questi tempi, non può
assolutamente prescindere.
I tifosi chiedono sforzi, sacrifici ed investimenti. Lotito deve
garantirli, altrimenti è meglio che si faccia da parte per lasciare
strada a chi ha voglia di far
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