mercoledì 16 gennaio 2013

LA MATTINA GIALLOROSSA





GASPORT (A. CATAPANO) - Un anno fa, l'11 gennaio, la Roma si qualificava ai quarti di Coppa Italia battendo 3-0 la Fiorentina. Doppietta di Lamela, Viviani titolare, Caprari in panchina. Il punto più alto della gestione Luis Enrique, che aveva appena infilato l'illusoria tripletta Napoli-Bologna-Chievo. In pochi, quella sera, immaginavano il calvario in cui si sarebbe trasformato il cammino dei giallorossi. Oggi — alla vigilia di un altro confronto con la Fiorentina — sono molti quelli che pronosticano per la Roma un nuovo calvario. I risultati, fino a questo punto della stagione, sono in linea con quella passata.

Le prospettive, però, sono anche peggiori. Luis Enrique era quello che era, ma almeno la sua gestione dava l'idea di un progetto. E il coinvolgimento quotidiano dei giovani del vivaio faceva sembrare quel cantiere costruito dalle fondamenta, in questo sì sullo stile Barcellona. Un anno dopo, dunque con colpevole ritardo, diciamo che era quella la politica giusta. È stato Zeman ad aprirci gli occhi. Il suo cantiere è solo tattico, del resto gli importa poco. Il boemo — col quale in generale si sono impoveriti i rapporti umani — ha interrotto la collaborazione con Alberto De Rossi (prima o dopo la rottura col figlio?) e chiuso l'accesso in 1a squadra ai migliori della Primavera (a parte Romagnoli). Oggi si vede costretto a convocare i baby Ferrante e Frediani per completare la panchina, ma qualche giorno fa ha spedito Tallo a Bari (davvero ha inciso quel battibecco in allenamento?) e Lopez in Sudamerica (quattro gol in tre gare). Non avrebbero fatto comodo qui?


CORSPORT (A.GHIACCI) -  - Una situazione non semplice. Due sconfitte alle spalle nelle prime due partite del nuovo anno, un ambiente che è tornato a interrogarsi su tutto e una partita da dentro o fuori da affrontare in emergenza. Zeman ha portato a Firenze diciannove giocatori, ma la formazione che affronterà la Fiorentina è tutt'altro che decisa. Tante possibilità, con diversi giocatori che possono ricoprire più ruoli. Una certezza: De Rossi sarà titolare, di nuovo in campo dal primo minuto dopo l'esclusione di Catania che tanto ha fatto discutere.
A lasciargli il posto, quello da intermedio, sarà probabilmente Bradley, che dopo undici partite da titolare sembra avere bisogno di rifiatare un po'. In assenza di Totti la Roma a Catania ha dimostrato di avere bisogno di un leader in campo: e allora chi meglio del secondo capitano, uno degli uomini più rappresentativi? Insieme a De Rossi a metà campo ci saranno Tachtsidis, regista preferito del tecnico e confermato centrale del terzetto, e Florenzi, che più di Bradley avrà la possibilità di aiutare l'attacco con la sua capacità innata di dar vita agli inserimenti offensivi.

BALLOTTAGGI - In difesa ci sono almeno tre dubbi. Uno riguarda il portiere: a rigor di logica in Coppa Italia dovrebbe toccare al secondo, quindi a Stekelemburg, ma (...) probabilmente sarà confermato Goicoechea. Marquinhos, ormai recuperato, farà coppia al centro con uno tra Burdisso e Castan: in vantaggio c'è il brasiliano. Piris ha smaltito l'influenza e sarà al suo posto, a destra. Dall'altra parte sarà chiesto uno sforzo a Balzaretti, che non è al top della condizione: ma Cuadrado di fronte può essere un avversario troppo ostico per Dodò, l'unica alternativa vera visto che Taddei non gioca da oltre tre mesi (29 settembre 2012, Juventus-Roma 4-1).
 
OUT - Totti, come previsto, non c'è per via dell'elongazione alla coscia sinistra. Nonostante Zeman abbia detto che «può farcela per l'Inter», in tanti sono convinti che per recuperare da un problema come quello accusato dal capitano ci voglia più di una settimana: la presenza del numero dieci per domenica sera non è così certa. Nella posizione di Totti, quella di esterno sinistro d'attacco, ha buone possibilità di essere impiegato Dodò. (...)
 
CERTEZZE - Le altre due certezze, oltre a De Rossi, sono gli unici due attaccanti a disposizione. Il centravanti sarà ancora Destro, alla terza partita dal primo minuto dopo gli errori e le critiche seguite alle partite di Napoli e Catania. L'altro nome sicuro è quello del rientrante Pjanic, che ha saltato la sfida di domenica scorsa per squalifica (con l'Inter in campionato rientrerà da diffidato). L'alternativa? Se Zeman decidesse di far riposare Balzaretti il giro sarebbe il seguente: Dodò esterno basso, Florenzi alto e a metà campo dentro Bradley.

 CORSERA (B. TUCCI) - E se stasera la Roma perdesse anche con la Fiorentina, uscendo definitivamente pure dalla Coppa Italia? Allora, la crisi esploderebbe con grande intensità fino a mettere in dubbio la panchina ed il futuro di Zeman. Infatti, il boemo non avrebbe scampo: classifica da dimenticare, Champions ormai in soffitta, spogliatoio in subbuglio, giocatori in lista d’attesa, perdita di immagine e danno economico ingente. Il tutto con una società che ha un presidente negli Usa e due dirigenti italiani, Baldini e Sabatini, che non hanno la possibilità di prendere decisioni definitive.
Insomma, Trigoria nel caos con i tifosi inviperiti per un campionato che si profila peggiore dello scorso anno quando in panchina sedeva Luis Enrique. Roma irriconoscibile dopo le feste con una infinità di grane da risolvere: il caso De Rossi, il problema Stekelenburg, l’americano Bradley e il greco Tachtsidis, il portiere Goicoechea, il mistero di Destro. Insomma guai a non finire per un gruppo considerato fortissimo all’inizio della stagione. Ora si è ad un bivio: se da Firenze si tornasse con una vittoria, la polvere rimarrebbe sotto il tappeto e si riparlerebbe di cambio della guardia più in là.Ma se, sfortunatamente, s i uscisse dal campo con le pive nel sacco non so quanto i dirigenti a stelle e strisce potrebbero continuare a far buon viso a cattivo gioco. La pazienza ha un limite, non le pare mister Pallotta? (...)

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