IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Zdenek Zeman, in pubblico e anche in privato, offre la stessa immagine. Sereno e convinto. Era un po’ meno tranquillo una settimana fa, alla vigilia della gara di Firenze. La qualificazione ottenuta al Franchi lo ha messo al sicuro. Fino alla conclusione della stagione. E’ però evidente che ormai il boemo sia sotto esame. Più lui dei giocatori. Per i risultati deludenti dell’ultimo periodo: i 4 punti in cinque gare di campionato confermano il rendimento fiacco dell’ultimo periodo. La conseguenza si vede in classifica, con lo scivolamento al settimo posto, piazzamento finale con Luis Enrique che dopo 21 gare aveva solo un punto in meno del collega. Franco Baldini, domenica sera all’Olimpico, è stato eloquente: l’obiettivo della Roma è il terzo posto. La zona Champions, ancora lontana 10 punti, come chiesto da James Pallotta. Senza podio, si cambierà allenatore per la terza volta. Arrivare alla finale di Coppa Italia non sarà sufficiente.
IL CONFRONTO Zeman, prima dell’allenamento, si è
fermato con i giocatori nella sala delle riunioni tecniche. Per un
discorso breve, ma chiaro, incentrato sulla fase offensiva. Zdenek è
deluso soprattutto dagli attaccanti. «Dovete calciare in porta,
costruire più occasioni da rete». Insomma chiede più presenza in zona
gol e in area avversaria. Si è soffermato sui movimenti sbagliati di
Lamela e sulla poca convinzione di Osvaldo. Nei
colloqui avuti con i dirigenti il boemo ha sottolineato che, nel match
con l’Inter, può aver inciso la stanchezza mentale, più che fisica, dopo
la sfida lunghissima di Firenze, giustificazione in parte accettata dai
suoi interlocutori che adesso si aspettano però la reazione del gruppo
nella semifinale d’andata di Coppa Italia (già venduti 17.000 biglietti,
previsti 30.000 spettatori). Toccherà al tecnico trasferire il
messaggio agli interpreti. Nonostante il settimo posto, la Roma oggi
sarebbe in Europa League grazie alle posizioni in classifica delle altre
tre semifinaliste, la Juve prima, la Lazio seconda e l’Inter quarta. Ma non c’è da stare tranquilli, la situazione potrebbe cambiare, mancando ancora 17 gare.
IL RUOLO DI TOTTI Zeman, pur non sentendosi
tagliato fuori nella corsa Champions, sa bene che l’unica soddisfazione
possibile, in questa stagione, se la può togliere solo grazie alla Coppa
Italia. La sostituzione di Totti, sicuramente più attivo di Osvaldo,
nel finale della partita di domenica è stato il segnale di quanto Zdenek
tenga alla sfida di domani sera. L’italoargentino non ci sarà per
squalifica e per lo stesso motivo mancherà Pjanic. Il capitano serve più
che in altre occasioni. Per concludere in porta e per la regia in fase
offensiva. Balzaretti è, invece, stanchissimo. Non ha però la
possibilità di fermarsi. Manca il sostituto: Taddei e Dodò sono
squalificati. Rientrerà Stekelenburg, per riprendersi il posto.
IL CASO TACHTSIDIS In mattinata risonanza
magnetica per valutare meglio l’infortunio di De Rossi: l’ecografia ha
confermato la lesione muscolare alla coscia destra. Si spera che sia di
primo grado. Di sicuro salterà l’Inter il Bologna. La speranza è di
riaverlo con il Cagliari, venerdì 1° febbraio. Ma c’è il rischio che
torni a Genova contro la Sampdoria, domenica 10. Il problema non è solo
la sua assenza, ma anche l’alternativa. Zeman punta su Tachtsidis,
fischiato sia nel riscaldamento che al primo pallone giocato nella
ripresa quando è stato chiamato in campo al posto di De Rossi. I
compagni hanno solidarizzato con il greco che però sta vivendo male la
mancanza di fiducia da parte della tifoseria. Ma è l’unico regista,
anche se in quel ruolo può giocare pure Bradley.
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